sabato 9 gennaio 2010

Dall'Archivio: Stati di Allucinazione

Piccola premessa:Una volta terminata la stesura dell'articolo mi sono accorto di non aver scritto una recensione, almeno non nel senso più comune del termine. Ho dedicato davvero poco spazio alla valutazione estetica del film in sè, privilegiando maggiormente l'analisi e le varie pippe intellettual-cinefile annesse.

Da qui la decisione di creare una nuova rubrica per contenere questa e altre pseudo-recensioni dal nome Dall'archivio, che si occuperà di film più attempati, approssimativamente quelli con almeno 10-15 anni sulle spalle.Più che recensioni sono pensieri su piccole perle poco conosciute con annessi link di approfondimento etc...

Come il resto del blog la rubrica ha uscite irregolari, dipende da cosa mi capita sottomano.


USA 1980, colore, 102 min

Regia : Ken Russel

Con: William Hurt

Anni 70 : Il Dottor Eddie Jessup si occupa di studi sulla schizofrenia, ma la sua vera preoccupazione è un'altra: sondare i più nascosti recessi della coscienza umana alla ricerca della Verità sul’esistenza dell’uomo, un ossessione che lo perseguita da quando durante l’adolescenza perse la fede vedendosi morire il padre davanti agli occhi .Per questo il dottor Jessup si sottopone a lunghi periodi di isolamento all’interno di una vasca di deprivazione sensoriale. Ma tutto ciò non basta.

L’occasione per portare la sua ricerca ad un livello superiore la trova in Messico, dove partecipa ad un rito sciamanico in cui assume una potente e sconosciuta droga che gli procura un esperienza mistica mai sperimentata prima.

Jessup porta la droga con sé negli USA per proseguire gli studi, nonostante l’opposizione dei colleghi e della moglie. Ma i continui trip procurati dalla sostanza, in combinazione con l’isolamento nella vasca sembrano avere inquietanti effetti collaterali.

Non aprite quella porta (della percezione)

Una delle leggi fondamentali che regolano l’universo dei film dell’orrore è che la curiosità uccide il gatto. I film dell’orrore ci insegnano che non è salutare, anzi, è decisamente sconsigliato ficcare il naso nella cantina della baita sperduta nei boschi o guardare troppo da vicino l’uovo rinvenuto all’interno dell’antica astronave aliena. La curiosità , la ricerca del sapere è un motore formidabile per portare avanti la narrazione e fornire motivazioni plausibili ai personaggi .Personaggi che in genere fanno una brutta fine.

E se è pericoloso avventurarsi in luoghi lugubri figuriamoci quanto lo sia scandagliare l’inconscio dell’essere umano: questa è la premessa da cui parte Ken Russell in Stati di Allucinazione. Il plot riprende l’omonimo romanzo di Paddy Chayefsky che si ispirava agli studi condotti da John Lilly sugli stati alterati di coscienza intrecciandoli con l’inconscio collettivo di Jung e la vecchia teoria della ricapitolazione di Ernst Heckel.

Scegliendo di affrontare queste tematiche è facile cedere alla tentazione di dirottare il tutto in uno sconclusionato trip visivo , nascondendo dietro il paravento dello strano per essere strano la totale mancanza di idee. Ma per fortuna Russell di idee ne ha,e ha ben chiaro ciò di cui vuole parlare. La pellicola è ben lungi dall’essere un amorfo polpettone psichedelico , anzi, mantiene una struttura narrativa lineare ma che non impedisce a Russell di bombardare lo spettatore con suoni e immagini tanto bizzarre quanto affascinanti: allegorie religiose, crocifissioni di esseri demoniaci , una rilettura pop del Peccato Originale e grandi cataclismi che fanno da teatro alle origini della vita sulla terra. E questo è solo il comparto allucinatorio. Già, perché ad alterarsi non è solo la coscienza ma anche la carne stessa .

Nonostante il film abbia quasi trent’anni rimane ancora disturbante ed è interessante notare come abbia anticipato molte tematiche del successivo cinema fantastico . La già citate mutazioni richiamano quelle contemporanee di Cronenberg, la ricerca della verità, di una dimensione trascendentale tramite l’abuso dei sensi si può ritrovare anche nel recente Martyrs (2008). Se proprio vogliamo essere puntigliosi, il film di Russell presenta con largo anticipo anche temi e soluzioni visive di manga e anime. La scena della trasformazione finale di William Hurt nella vasca di deprivazione sensoriale, con tanto di metallo che si piega sotto la pressione della sua forza psichica, ha molte analogie con diverse sequenze di Akira (1988) così come il tema della memoria genetica. Tema presente, assieme a quello della regressione fisica verso stadi primitivi, anche nel manga Fortified School (1995) di Takeshi Narumi.

Come detto in precedenza, Russell non si limita a mettere in scena un immaginifico tour de force visivo, ma attraverso esso racconta della ricerca della conoscenza e dell’ambivalente rapporto dell’uomo con essa. Il Dottor Jessup si incammina nel suo percorso di gnosi per trovare un senso alle sofferenze dell’esistenza, soprattutto dopo che la religione si è dimostrata insufficiente, e per farlo si affida alla scienza, in questo caso all’alterazione dei processi chimici del cervello. Jessup vuole squarciare il Velo di Maya, vuole uscire dalle tenebre della caverna per andare incontro alla luce della conoscenza , una tensione che nel film è rappresentata dall’immagine ricorrente dell’entrata della grotta degli sciamani. Ma una volta attraversata , quest’entrata si rivela uno squarcio che da su un realtà incomprensibile, priva di senso, sul nulla, come lo stesso Jessup racconta nel monologo finale. Una prospettiva che ricorda da vicino quella dell’orrore cosmico lovecraftiano e che ritornerà qualche anno dopo ne Il Signore del Male (1987) di John Carpenter , film che per’altro ha più di un punto in comune con Stati di Allucinazione. La conoscenza talvolta ha un prezzo, è questo è l’infelicità,e alla luce di ciò è palese come la scena in cui Jessup rivive il Peccato Originale riassuma tutto il sottotesto del film.

Un film curioso e affascinante questo di Russell che merita senz’altro di essere riscoperto.

Forse non tutti sanno che...

  • Il film è stato nominato all'Acadamy Awards del 1981 nelle categorie Miglior Suono e Miglior Colonna Sonora Originale, senza però vincerne alcuna. I premi se li sono aggiudicati rispettivamente L'Impero colpisce ancora e Saranno Famosi.
  • Nel film compare Drew Barrymore (che all'epoca aveva cinque anni) nel ruolo di una delle figlie di Jessup.
  • Molti degli attori sperimentarono una vera vasca di deprivazione sensoriale, tra questi William Hurt che ebbe addirittura allucinazioni. Ken Russel dal canto suo, assunse funghi allucinogeni che però gli procurarono un brutto viaggio.
  • Fu uno dei pochi film ad avvalersi del sistema Megasound, un sistema di altoparlanti presente nei cinema della Warner Bros che riproduceva in modo particolarmente vivido i suoni di scena.
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