lunedì 28 dicembre 2009

Bilancio dell'anno cinematografico 2009


Il 2009 è agli sgoccioli e come consuetudine è tempo di bilanci, di fare il punto della situazione e bla bla bla. Oggi stilo un breve e sintetico bilancio delle visioni in sala di quest’anno, un anno che ha portato grossi cambiamenti nel mio rapporto con il cinema, ed in particolare nelle modalità attraverso cui lo fruisco. Quest’anno ho riscoperto la visione in sala e come questa sia un occasione unica e irripetibile. “Vedere un film in sala al cinema non è come vederlo a casa”, tempo addietro etichettavo queste e altre frasi come sintomi di nostalgia verso un epoca che era stata sepolta dall’avvento dell’home video. Beh, mi sono dovuto ricredere, il grande schermo, la sala buia, hanno una magia che per quanto ci si sforzi la visione casalinga non eguaglierà mai.

Un'altra grande novità sono stati i festival,che danno l’opportunità di vedere su grande schermo ,in qualità ottima e a prezzi spesso inferiori a quelli delle proiezioni “normali” ,film che nella migliore delle ipotesi vedresti sullo schermo di un pc , ipercompressi e con sottotitoli amatoriali. Quest’anno ho fatto puntatine al Future Film Festival di Bologna e al Far East Film Festival di Udine, spero di poter ripetere queste esperienze e magari riuscire pure a farmi la Mostra del Cinema di Venezia.

Comunque, dicevamo i bilanci:di seguito una lista dei migliori film che ho avuto modo di vedere in sala, elencati in ordine casuale e con un brevissimo commento. Mi manca qualche titolo importante (Moon, District 9, Thirst) che spero di recuperare al più presto.

The Wrestler
: Un Leone d’Oro meritatissimo. Un film tanto essenziale quanto intenso, una storia su una lotta persa in partenza per riparare agli errori della propria vita e cercare redenzione. Rourke interpreta con una passione e una partecipazione straordinaria il suo Randy “The Ram” Robinson, un anti-eroe tragico che si aggira tra le macerie del sogno americano e Aronofsky filma tutto con la dovuta sobrietà e semplicità. Cinema rozzo , sincero e viscerale che colpisce (duro) al cuore.

Love Exposure: Quando anni fa vidi per la prima volta Suicide Circle (2002) fui sicuro che Sion Sono prometteva grandi soddisfazioni. Promessa che ha mantenuto ampiamente con i suoi film successivi. Ma con questo Love Exposure raggiunge il punto più alto della sua opera .In una allucinante cavalcata di quattro ore attraverso il Giappone contemporaneo visto attraverso gli occhi dell’eccentrico regista si attraversa tutto lo spettro delle emozioni:si ride a crepapelle,ci si disgusta e si piange. Ma Love Exposure è soprattutto una bellissima storia d’amore che ha sciolto pure un blocco di granito come me.

Martyrs: L’horror occidentale del decennio che stiamo lasciando è stato, salvo meritevoli eccezioni, sospeso tra stanchi remake, sterili giochini citazionistici e violenza gratuita venduta un tanto al chilo. Martyrs riporta l’horror ad un livello più alto, ed è senz’altro un buon auspicio per il decennio a venire. Laugier disorienta lo spettatore con continui cambi di direzione e registro senza essere sconclusionato. E l’estrema violenza che mette in scena è tutt’altro che mostrata in modo compiaciuto, ma è funzionale all’intreccio e al sottotesto.

Basta che Funzioni
: E pensare che ero andato a vederlo controvoglia .Commedia pungente,esilarante e intelligente, un Allen vecchia maniera che snocciola insegnamenti di vita e sentenze argute a profusione.

Ponyo sulla Scogliera: Chiedo venia, è stato questo il mio primo Miyazaki .E mi è piaciuto un botto nonostante sia indirizzato ad un pubblico di bambini,ma questo non significa che non si possa goderselo anche se si ha qualche anno in più sulle spalle, poiché in questo cartone c’è del puro sense of wonder .

That’s all folks, speriamo che l’anno nuovo ci porti altrettanti bei film.

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